BILANCIO IDIRICO: l’Acqua per l’ATLETA

L’importanza vitale dell’acqua ed è seconda soltanto all’ossigeno.

Spesso l’Atleta, e, non solo, trascura questa considerazione scientifica durante l’esercizio fisico.

E’ risaputo che l’acqua costituisce il 60%  circa del peso corporeo degli uomini ed il 50% circa di quello della donna.

Per inquadrare il tutto, non è trascurabile evidenziare che un soggetto riesce a sopravvivere nonostante la perdita dei carboidrati, dei grassi e delle proteine, ma una perdita sostanziosa di acqua porta il soggetto alla morte.

Questa osservazione ci introduce alla conoscenza dell’importanza del BILANCIO IDRICO e alle conseguenze nefaste della disidratazione, concetto   che ci impone di  tener nel debito conto la necessità dell’apporto idrico per il nostro organismo ed in particolare per i soggetti che svolgono attività fisica intensa, sia di resistenza, di forza e pure anaerobica (seppure in questo caso non si è pervenuti unanimemente a delle conclusioni scientifiche).

IL RUOLO DELL’ACQUA

Nel nostro organismo è il seguente:

a)i globuli rossi del sangue trasportano ossigeno ai muscoli attraverso il PLASMA costituito principalmente da acqua (sostanza non nutriente); cosi avviene per il trasporto delle  sostanze nutritive ai  muscoli, quali IL GLUCOSIO, GLI ACIDIGRASSI E GLI AMINOACIDI;

b) i residui dell’attività metabolica vengono espulsi dall’organismo, come l’anidride carbonica, passando dalle cellule al plasma sanguigno;

c)l’acqua facilità la DISPERSIONE DEL CALORE CORPOREO generato durante l’attività fisica;

d)il volume plasmatico del sangue è il fattore che determina LA PRESSIONE SANGUIGNA e quindi la FUNZIONE    CARDIORESPIRATORIA;

e)i fluidi corporei, attraverso agenti tampone, regolano il giusto PH quando comincia la produzione del lattato.

Il BILANCIO IDRICO assume pertanto la sua importanza in dipendenza sia della fonte di produzione dell’acqua e  dell’attività motoria dell’organismo.

E’ importante, prima di proseguire nel nostro esame,  osservare che il 60% dell’acqua  giornaliera del nostro organismo proviene da fonte esterna, dai liquidi ingeriti, il 30% dagli alimenti e solo il 10% dall’attività metabolica (l’acqua è un sottoprodotto dell’attività ossidativa muscolare).

La produzione di ACQUA METABOLICA varia da 150 a 250 ml. al giorno. L’assunzione complessiva  dell’acqua   nel nostro organismo , dalle fonti citate, è complessivamente di 33 ml per ogni kg. Di peso corporeo.

Data questa premessa, è importante soffermarsi sulle modalità della perdita d’acqua  da parte del nostro organismo, ed in particolare per:

a)      EVAPORAZIONE DELLA CUTE(sudorazione);

b)      EVAPORAZIONE NEL TRATTO RESPIRATORIO;

c)      ESCREZIONE DAI RENI;

d)     ESCREZIONE DALL’INTESTINO CRASSO(evacuazone).

Con l’attività fisica la temperatura corporea sale (si pensi al riscaldamento dell’Atleta che la porta a 37- 37,5 °) e la  perdita d’acqua è più marcata. La sudorazione aumenta, ma non sale la temperatura per prevenire il SURRISCALDAMENTO. Allo stesso modo aumenta la produzione dell’acqua metabolica. Questa, però, come già osservato, è insufficiente a ricostituire l’equilibrio idrico, perché in percentuale insufficiente rispetto alla perdita d’acqua derivante dall’evaporazione del sudore.Con quest’ultima constatazione possiamo dire che se non provvediamo alla reintegrazione dell’acqua perduta durante l’esercizio fisico intensissimo, non c’è scampo, finiamo  DISIDRATATI.

Nel caso di un ora di corsa intensa, abbiamo una produzione metabolica  di acqua, prendendo in esame un soggetto di 70 kg,  di appena 245 ml circa, mentre la sudorazione porta via acqua per oltre 1500 ml, quasi dieci vv la produzione d’acqua derivante dal processo ossidativo.Nel caso di una MARATONA, è stato rilevato scientificamente, ed in facto,  che la produzione metabolica di acqua è di 500 ml, ma se ne espelle almeno 8 vv la quantità prodotta.

Per il corretto svolgersi dell’attività fisica  è necessario mettere in evidenza che  la quantità d’acqua evaporata attraverso la cute è  dipendente da:

a)TEMPERATURA AMBIENTALE;

b)DIMENSIONI CORPOREE;

c)TASSO METABOLICO.

La temperatura Ambientale compromette la dispersione del calore, portando ad un innalzamento della temperatura corporea, della frequenza cardiaca (eccessiva) e durante una attività fisica di  stress, ad una diminuzione di sangue nei muscoli, con una perdita d’acqua di 2-3 litri all’ora.

Un soggetto di grossa taglia ha bisogno inoltre di più energia e produce metabolicamente più calore.

In una MARATONA  si perde circa 6-10% dell’acqua corporea.

La conseguenza di tutto questo, in assenza di un ripristino dell’equilibrio idrico,  è la DISIDRATAZIONE con tutti i conseguenti effetti, sia sulla compromissione della prestazione fisica e sportiva che sulla salute del soggetto, esponendolo a rischi che in diverse occasioni (tramite il verificarsi degli effetti estremi  dell’ipertermia sportiva) son stati letali.

La perdita d’acqua come abbiamo già osservato porta ad una diminuzione del plasma nel sangue, facendo scendere la pressione sanguigna, riducendo il flusso del sangue ai muscoli, aumentando   la frequenza cardiaca ed ostacolando, come già detto , la dispersione del calore.

Stiamo allora molto attenti  al rispetto del bilancio idrico e alla spia dell’aumento della frequenza cardiaca, soprattutto in presenza di temperature “proibitive”, come spesso avviene per alcune gare di corsa lunga su strada (nell’agosto inoltrato ( oltre i 35° e con tassi di umidità elevati).

INSOMMA, possiamo concludere,  BERE ACQUA, BERE E NON CORRERE IN CONDIZIONI ESTREMAMENTE PROIBITIVE, fuori da ogni ragionevole consapevolezza scientifica.

(Fonte: Franco Trudu, dai  miei approfondimenti domenicali- su diversi testi di  “fisiologia e biochimica dell’esercizio fisico”).